Premessa
Mi sono ammalato di covid a una settimana dal workshop più importante della stagione per la nostra scuola: l’arrivo del nostro amato maestro Manju P. Jois. Negativo a due giorni dal suo arrivo a Firenze abbiamo affrontato l’organizzazione e la gestione di questo evento. Al termine sono partito per Napoli accompagnando e assistendo Manju nel suo impegno successivo. Sono tornato a Firenze dopo cinque giorni (splendidi) e due giorni dopo sono partito per Udine dove si tiene il corso per insegnante del quale sono formatore.
Amo il mio lavoro. Per me stare con Manju è un privilegio e viaggiare è parte della mia routine. Tutto questo però non sarebbe stato possibile senza la collaborazione e la comprensione delle persone che mi sono vicine. Le voglio ringraziare. Ne sento l’urgenza. I ringraziamenti sono spesso noiosi e stucchevoli ma possono raccontare una storia. Spero che le mie parole riescano almeno a far intuire la bellezza di questa storia.
Family
Inizio col ringraziare la mia famiglia. Chiara, mia moglie, impegnata in un corso universitario, ha diretto la scuola di yoga, badato agli impegni familiari, organizzato tutto durante la mia malattia e la mia assenza con la precisione e la cura di chi conosce il valore del sacrificio e della passione. Senza di lei non ci sarebbe Ayfi, non sarebbe stato possibile per me godere della compagnia di Manjuji e, in definitiva, svolgere il io lavoro. I nostri figli hanno 16 e 13 anni. Il più grande ha cambiato scuola con grande difficoltà proprio durante i giorni dell’evento. Entrambi sono adolescenti… difficile capire il loro grado di autonomia e senso di responsabilità. Inutile nascondere la preoccupazione che potessero trascurarsi. Durante tutto il periodo in cui i ritmi serrati ci hanno impedito di stargli vicino loro sono stati in grado di organizzare da soli le proprie attività, si sono arrangiati perfettamente e, non di rado, ci hanno fatto trovare un pasto caldo al nostro rientro a casa. Sono davvero orgoglioso di loro e li devo ringraziare. Grazie ragazzi.
Ayfi’s family
La mattina che, febbricitante, ho scoperto di aver contratto il covid mi è sembrato che crollasse il mondo. Manju in arrivo, la scuola da mandare avanti, tante classi che sarebbero andate perse con un danno enorme per Ayfi. Tutto in un momento dove sembrava potessimo riprendere l’attività della scuola in maniera proficua dopo anni di continue, grandissime difficoltà. Rimarrà nella mia mente indelebile il momento in cui Chiara tornò a casa e mi disse: “Sono stata a Ayfi studio e ho tenuto la classe. Tutto ok. C’erano Laura, Roberto e Camilla. Si sono organizzati per sostituirti tutta la settimana.” Non aveva nemmeno finito di parlare che sul mio telefono appaiono i messaggi di Lara e Diletta praticamente identici: “Ale so che sei malato, io ci sono in questi giorni:… fammi sapere quando avete bisogno”. Ecco… mi sono venuti gli occhi lucidi (fortunatamente in isolamento ci si possono permettere anche accessi emotivi) e ho pensato a quello che abbiamo costruito in tutti questi anni. Con fatica e sbagliando, certo, a volte commettendo errori maldestri, ma siamo diventati una comunità vera. Davvero una seconda famiglia. Davvero amici che si aiutano, si supportano, si vogliono bene. Molto di più di posizioni e acrobazie. Noi, insieme, abbiamo fatto di Ayfi una casa e la abbiamo resa accogliente. Non bastano mille grazie per questo. Impossibile esprimere a parole quanto vi sono grato.
L’evento
A due giorni dall’arrivo di Manju Jois, dopo una settimana di malattia, ancora fiacco e dolorante, il mio tampone risulta negativo. Ritorno a lavoro (cosa che sicuramente ha contribuito a migliorare il mio stato di salute) e riprendo l’organizzazione di workshop e intensivo con il nostro maestro. Laura si presenta alla classe pomeridiana con dei fogli per me: “Ciao Ale. Ho fatto questo per l’arrivo di Manju…”. Sono i canti della raccolta che Manjuji propone dopo gli esercizi di respirazione. Per ogni canto, perfettamente impaginato, c’è il Devanāgarī (la grafia con cui viene scritto il sanscrito) la traslitterazione scientifica (che consente di recitare il canto con i suoni corretti) e la traduzione in italiano. Tutto originale. Cioè questa signora, che ha un lavoro, una famiglia e una madre anziana a cui badare, si è presa l’impegno di redigere un documento la cui difficoltà di realizzazione, e di conseguenza il cui valore, può capire solo chi conosce l’argomento. Collaborazione alla stampa degli attestati, traduzione simultanea durante l’evento e pulizie nello studio sono solo alcuni degli aiuti ulteriori ricevuti da Laura. Ayfi ringrazia ma io ti abbraccio cara Laurina: se tutto è stato così bello e ben organizzato dobbiamo molto a te.
Per ogni evento di Ayfi ingaggiamo un fotografo. Questa volta si è proposto Andrea: amico, praticante e partecipante all’evento. Per essere con noi durante questi giorni ha preso ferie a lavoro. Ha praticato nel secondo turno per poter fare foto e riprese nella prima mattinata. Lo ha fatto con una discrezione e abilità incredibili. Gli scatti che ho visto (molti sono ancora da scaricare) sono la rappresentazione dell’evento visto con gli occhi di un praticante appassionato e un amico affezionato: impagabile. In più, pochi giorni dopo l’evento, sui profili social di Andrea appare un commovente post di ringraziamento per Manju, me e Ayfi. Beh… amico mio… siamo noi che ringraziamo te. Sei stato fantastico.
A proposito di amici: le torte dell’amico, insegnante di yoga e partecipante all’evento Roberto sono state la delizia dei partecipanti al workshop. Roberto è anche un tassista. Ha accompagnato Manju e me alla stazione e mi ha aiutato a gestire arrivo e permanenza di alcuni partecipanti che hanno trovato difficoltà all’arrivo a Firenze. Tutto questo merita un grazie di sicuro ma io lo voglio ringraziare soprattutto per una cosa che mi ha detto durante quei giorni: “Ale io qui (Ayfi) mi sento a casa mia”. Io lavoro per questo amico mio: questa è casa tua Roby.
Alessandra fa la guida turistica e l’insegnante di yoga. Pratica con noi da tanti anni sebbene il suo lavoro e i suoi impegni non le permettano continuità nella frequentazione di Ayfi. Si è proposta per farci visitare gli Uffizi. Manju, entusiasta, ha accettato l’invito e noi ci siamo goduti la visita di uno dei musei più belli del mondo che la nostra guida ha reso gradevole e leggera. Grazie mille Ale
Ancora grazie a mia moglie Chiara. Si è fatta in quattro durante i giorni dell’evento e non so davvero come sia riuscita a non trascurare i suoi impegni e nessuno di noi. Incredibile… Si dice che dietro ogni grande uomo ci sia una grande donna ma nel mio caso posso sperare solo che sia vero il contrario. Quindi essere e rimanere alla sua altezza. Grazie amore. Grande lavoro.
Voglio poi ringraziare, ovviamente, i partecipanti. La retorica è spesso foriera di ipocrisie e incomprensioni… Guardate le foto dei sorrisi in sala: quelli non mentono. Avete, abbiamo, creato un’atmosfera bellissima che trasudava gioia, serenità e divertimento. Grazie, grazie, grazie. Se siete stati bene come lo sono stato io credo che ci rivedremo presto.
Infine Father Manju Jois. Manjuji. Quello per te è un sentimento che tutti conoscono ma nessuno può spiegare con le parole. Quindi solo e sempre: “Grazie”.